Sede Eurovetro Recycling
La tecnologia e l’estetica della pietra sinterizzata Lapitec per i rivestimenti esterni
Eurovetro, azienda leader nel settore del recupero e riciclo di rifiuti in vetro, in occasione della realizzazione di un nuovo impianto tecnologico all’avanguardia in Italia e in Europa, ha voluto esprimere con forza la propria identità e immagine affidando all’architetto Francesco Renoldi il progetto e la realizzazione della nuova sede centrale a Origgio (Varese). L’architettura dell’edificio vuole rivelare un processo, una disciplina, una qualità nel modo di agire. Nasce l’idea condivisa di un elemento architettonico netto, rigoroso e regolamentato, solido ma trasparente, che vuole mantenere una vocazione compositiva che richiami un assemblaggio quasi industriale, attento più a dettagli tecnici che estetici. L’ecosostenibilità è l’elemento cardine alla base del criterio progettuale: un involucro, tre materiali. Per le sue proprietà naturali e le potenzialità di linguaggio anche architettonico, il progettista ha scelto il Lapitec per rivestire l’intero basamento dell’edificio, mentre il vetro e l’alluminio, strettamente legati al processo produttivo di Eurovetro, sono stati pensati per ‘svuotare’ il piano terra e disegnare le facciate esterne.
Tre materiali per un’architettura rigorosa, solida ma trasparente.
Il basamento in pietra sinterizzata Lapitec Nero Antracite finitura Arena eleva il piano terra attribuendogli importanza e diventa l’elemento ininterrotto di cucitura tra le differenze di quota degli ingressi, gli allineamenti e gli elementi volumetrici dell’edificio. Il pilastro, che ridisegna l’area esterna dell’ingresso principale è una sintesi di presenza e leggerezza: è l’elemento architettonico di contatto tra la risalita del rivestimento a pavimento e la pelle metallica microforata. Per valorizzarne il carattere monolitico sono state posate lastre a tutt’altezza nel loro massimo sviluppo tecnico-dimensionale di 3440x1540mm. Sul lato, la rastremazione in pianta crea uno spigolo vivo che ne svuota la massa strutturale: l’assenza apparente di profondità per tutta la sua altezza, esalta la lastra nuda, un “filo” forte solo del suo spessore da 12mm su cui sembra appoggiare l’intera facciata metallica, declinando il Lapitec nella sua massima essenza dimensionale e quasi astratta.
La pelle esterna dell’edificio segue un’orditura verticale eterogenea ma disciplinata, composta da pannelli modulari di diverse larghezze in alluminio microforato e termoverniciato di colore brunito scuro, intervallate da elementi sfondati di movimento. Alluminio e Lapitec danno energia per sottrazione al vetro, declinato come elemento puro, libero da telai strutturali nascosti. Lo sviluppo delle grandi vetrate fisse, che delineano il piano terra e le grandi finestrature originate dalle esigenze distributive degli uffici e dalla volontà progettuale dell’architetto di garantire agli spazi di lavoro il massimo apporto di luce naturale, alimentano una dinamica compositiva tra pieni e vuoti.
Una scelta estetica e sicura
220mq di Lapitec Nero Antracite, finitura Arena, spessore 12mm rivestono tutte le superfici esterne, verticali ed orizzontali: per esprimere al meglio le potenzialità del materiale, sono stati lavorati seguendo un layout di progetto finalizzato al massimo sviluppo dimensionale delle lastre, riducendo tagli e fughe. Essendo una finitura particolarmente strutturata e ruvida al tatto, Arena, dal punto di vista tecnico è stata scelta per ragioni di sicurezza in quanto garantisce il grip antiscivolo adatto al calpestio. Il Nero Antracite ha una tonalità scura ma non esasperata e una punta di grigio-blu, elegantemente “tecnica”: il progettista ha voluto così esaltare il contrasto cromatico che il basamento e la facciata di colore brunito creano con l’intero piano terra completamente “svuotato”, delineando la trasparenza delle grandi pareti vetrate. La pietra sinterizzata scelta, grazie al suo colore definito e alla finitura ruvida ma decisamente omogenea, evidenzia contrasti molto disegnati dei volumi del basamento dell’edificio e diventa finemente materica in relazione alle differenti condizioni di luce durante la giornata.
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Arena